Fucili e coltelli

Cenni storici


Nella storia della pesca in apnea il fucile subacqueo può essere classificato in 3 differenti categorie.
Fucile a molla
Fucile ad aria compressa
Fucile ad elastico
I fucili a molla sono stati i primi vecchi ed antiquati fucili destinati alla pesca subacquea. Erano molto pesanti e poco maneggevoli. Per avere una potenza sufficiente a scagliare l'asta a 2 - 3 metri di distanza, dovevano essere di lunghezza spropositata. La molla veniva compressa dall'asta che aveva un notevole diametro e che scorreva lungo la canna del fucile. Poichè asta e molla erano in ferrro e acciaio il sub doveva costantemente difendersi dalla ruggine ingrassando queste componenti. Inutile dire che la precisione del tiro era approssimativa e non adatta a colpire piccole prede in acque libere. I subacquei pescavano in tana e le loro prede preferite erano le grosse cernie che offrivano un bersaglio facile. La generazione successiva di fucili nasce da una intuizione geniale. Sostituire la molla in ferro con aria a pressione per generare la forza propulsiva che scaglia l'asta. Nascono così i fucili ad aria compressa costruiti sulla linea dei fucili a molla: impugnatura centrale, serbatoio posteriore per l'aria compressa e davanti, la canna in cui scorre l’asta spinta da un pistone. Il miglioramento fu notevole poichè la potenza era molto elevata e regolabile; inoltre la manutenzione era stata ridotta drasticamente. I fucili comunque continuavano ad essere ancora pesanti e negativi. In seguito la propulsione ad aria compressa fu sostituita da propulsione oleopneumatica che aumentava ulteriormente la potenza del fucile.
All'estero invece si stava diffondendo un'altra tipologia di fucile, molto semplice e maneggevole: l'arbalete, costituito da una struttura in legno con un elastico robusto che serviva per scagliare l'asta. L'impugnatura era posteriore a pistola.
In Italia i costruttori puntavano ancora su fucili oleopneumatici, ma avevano intuito la superiorità dell’impugnatura posteriore degli arbaletes e la applicarono sulle armi oleopneumatiche di seconda generazione. In breve tempo questi fucili di nuova concezione soppiantarono del tutto quelli con l’impugnatura centrale e si imposero sul mercato per moltissimi anni, ma a poco a poco anche in Italia cominciò a diffondersi l'arbalete grazie al notevole miglioramento dei materiali impiegati.
I pescatori subacquei incominciarono ad aprezzare questi nuovi fucili che permettevano una pesca più sportiva ed un tiro assai preciso.
Di conseguenza avvenne un mutamento anche nelle tecniche di pesca: alla ricerca in tane si preferirono le più sportive tecniche dell’aspetto e dell’agguato. Non servivano più armi estremamente potenti dotate di aste ed arpioni pesanti per strappare grosse cernie dalle tane, ma fucili precisi, capaci di indirizzare l'asta a colpire pesci di medie dimensioni anche a 4 metri di distanza. Gli arbaletes con il passar del tempo soppiantarono i fucili oleopneumatici ed oggi sono le armi che dominano il mercato della pesca subacquea.

Un'altra arma usata dal subacqueo è il coltello. In reltà non è una vera e propria arma: non serve per lottare o difendersi da attacchi improbabili di squali o pesci famelici. Il coltello è un mezzo di sicurezza nel caso in cui il subacqueo fosse impigliato e dovesse liberarsi da solo. Nelle acque marine e lacustri non è raro imbattersi, nel corso di un’immersione, in reti e lenze. A volte praticando la pesca subacquea può anche servire per finire un pesce colpito dall'arpione.
Un coltello subacqueo deve essere dotato di fodero adatto al suo montaggio sul corpo del sub, normalmente il polpaccio. Il fodero deve trattenere il coltello con sicurezza, pur permettendo di sganciarlo e rimetterlo a posto con una sola mano.
La lama in acciaio inossidabile in genere è affilata da entrambi i lati, oppure su un solo lato mentre l'altro presenta una seghettatura che potrebbe servire per squamare il pesce.
I coltelli subacquei nel tempo non hanno subito grandi mutamenti.

Fucili a molla - Nr. 23